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LE COPIE DELLA SINDONE: ELENCO IN ORDINE CRONOLOGICO  
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LE COPIE DELLA SINDONE
 

large product photo   1516 - LIERRE (Bel), chiesa Saint Gommaire [1]

La copia presenta tre scritte:

La prima, in alto al centro: 1516.
La seconda, in latino, al centro essa pure, sotto le impronte del volto e della nuca.
La terza, in tedesco, lungo il bordo inferiore della tela.

Presentiamo qui la traduzione italiana del testo della scritta in latino:
Questa Sindone (copia della) è solamente un terzo della Sindone nella quale il pio Giuseppe avvolse il corpo morto di Cristo stacato dalla croce: (in realtà il corpo di Gesù era tre volte più grande): Possa questa Sindone (copia della), o lettore, ricordarti quale morte sopportò spontaneamente per te, o miserevole creatura.

Di seguito invece la traduzione del testo della scritta in tedesco:
Il figlio di Dio, Gesù Cristo nostro Salvatore, dopo la sua penosa morte è stato deposto e avvolto in un bianco lenzuolo sul quale egli ha lasciato per divina potenza (goetliecher Kraft) tali impronte delle sue umane fattezze. Questo venerando lenzuolo è esposto ogni anno il giorno dopo la festa dell'invenzione della Croce a Chambéry in Savoia. Esso è riguardato con venerazione per avvenuti miracoli.

Le notazioni che si possono fare su quest'opera possono essere riassunte nei seguenti punti:

  1. rispetto alla Sindone originale, la copia è più piccola di un terzo;
  2. l'immagine presente sulla Sindone, è stata prodotta per "divina potenza";
  3. l'originale è conservato con venerazione per "avvenuti miracoli" (per esso o presso di esso);
  4. l'originale viene esposto a Chambéry ogni anno il 4 maggio, giorno seguente alla festa dell'Invenzione della Croce;
  5. su fotografia a colori sono evidenti i quattro gruppi di macchie di colore rosso-scuro scambiate in passato per macchie di sangue, mentre in realtà sono i segni di un incendio diverso e antecedente a quello di Chambéry (1532).

 

large product photo   1568 - GUADALUPE (Spa) - Monastero Vergine di Guadalupe
1568 - NAVARRETE )SPA) - Chiesa parrocchiale [2]

Probabilente queste due copie potrebbero essere state prodotte dalla stessa mano per la presenza di diverse caratteristiche comuni. Le misure delle due copie sono le seguenti:

Guadalupe 4,10 x 1 metri
Navarrete 4,54 x 0,93 metri

Per quanto riguarda le scritte, esse sono disposte sul margine superiore e sul margine inferiore delle due impronte. La data è invece stata posta sui lati minori della tela. Ecco il testo:

Guadalupe:
(lato superiore) A la riqvesta del Signor Francesco De Yvera qvesta pictvra estata facta al piv presso del Precioso
(lato inferiore) -1568- reliqviario qve riposa nella Sancta Cappella dil Castello di Chamberi et estata dissopra di ivnio -1568-

Navarrete:
(lato superiore) A la riqvesta del signor Diego Gonzalez qvesta pictvra estata facta al piv presso del Precioso
(lato inferiore) Reliqviario qve riposa nella Sancta Cappella nel castello di Chamberi et estata distesa disopra di ivnio -1568-

Diverse cose possiamo dire su queste due opere:

  1. la presenza del nome dei richiedenti;
  2. il fatto che il telo con la copia è stata a contatto della Sindone nel mese di giugno;
  3. contrariamente alla precedente copia di Lierre-1516 e al medaglione raffigurante la prima ostensione a Lirey, l'impronta frontale è posta alla destra;
  4. l'autore della copia non ha riportato né i segni dell'incendio di Chambéry né i successivi rattoppi di tela diversa di forma triangolare, benché entrambi fossero precedenti;
  5. sono evidenziati invece i quattro gruppi di macchie che sappiamo essere i segni di un precedente incendio (anche se scambiati per macchie di sangue), come si è detto a proposito della copia di Lierre;

L'esistenza delle due copie è ricordata dallo storico Fray Gabriel de Talavera in una sua opera del 1597:
Dos sabanas, retratos verdaderissimos de la que cubriò a Christo en el sepulchro y esta aora en la tierra del Duque de la Saboya, en la ciudad de Turin, de donde se retrataron las que tenemos, y se santificaron iuntàndose con aquella.

Interessante notare in questo testo, il fatto che la Sindone originale era, in quella data, conservata a Torino e che le due copie erano state poste a contatto dell'Originale.
Per quanto riguarda la copia di Navarrete, non esistono documenti storici che ad essa si riferiscono. Tuttavia è ed è tradizione esporla ai fedeli che passano a baciarla nel giorno di Pasqua [3].

 

large product photo   ? - GUADALUPE (Spa)

Nella città, oltre la copia precedentemente menzionata, anche un'altra opera, senza data e senza nessuna scritta, di formato leggermente inferiore alla precedente:

3 x 0,97 metri

large product photo   1571 - ALCOY (Spa), convento del santo Sepolcro delle Suore Agostiniane

È l'unica copia a presentare una iscrizione in lingua francese:
(lato superiore) Ceci est le vray provtrayct du Saint Suayre reposant
(lato inferiore) -1571- En la Scincte Chapelle du Casteav de Chamberi 1571-

Attualmente la copia è conservata all'interno di un'artistica urna donata al convento. È conservato anche il documento che attesta questa donazione: è un atto notarile steso il 5 gennaio 1627 dal titolo "Die V Mensis ganuarii anno a nat(ivitate) Dom(ini) MDCXXVII, che è sintetizzato da don Leone in sei punti [4]:

  1. la copia di Alcoy è una delle due copie che il pontefice san Pio V (Antonio Michele Ghisieri, 1566-1572) fece ritrarre dalla Sindone di Torino;
  2. San Pio V offrì una delle copie a Giovanni d'Austria prima della battaglia di Lepanto;
  3. Giovanni d'Austria aveva come segretario il nobile Jean Luis de Alzamora, nativo di Alcoy;
  4. quando Juan Luis de Alzamora fu chiamato al servizio di Filippo II in qualità di segretario, ricevette in regalo dal suo augusto signore la copia del Lenzuolo di Torino;
  5. Juan Luis de Alzamora in data non conosciuta fece dono della copia al convento del Santo Sepolcro di Alcoy che era in costruzione;
  6. nel 1627 Vicente Juan de Alzamora, erede di Juan Luis regalò al convento la ricca urna per la conservazione della copia come è documentato anche dalla scritta che si legge sulla parte posteriore dell'urna.

Nel corso della guerra civile spagnola, fu tenuta da privati per preservarla da danni e/o vandalismi vari. Attualmente, è conservata in un reliquario ripiegata in modo da lasciare visibile il volto attraverso un coperchio di cristallo.

 

large product photo   1594 - PUEBLA DE LOS ANGELES (Mes), cattedrale

Questa copia della Sindone, conservata oltreoceano in una città a 140 km da Città del Messico, va annoverata tra le copie sconosciute/dimenticate [5].

La copia è una pittura a olio su tela lunga 4,80m e larga-alta 2,90m. La tela è di colore bianco, tendente leggermente al grigio. Al centro emerge l'immagine, frontale a sinistra, dorsale a destra. La scritta si presenta in caratteri romani:
(lato superiore) EXTRACTVM AB ORIGINALI TAVRINI
(lato inferiore) DIE APRI. 1594

Sarebbe interessante mettere a confronto questa opera con la copia della Sindone presente in una cappella della cattedrale a Treviso e attribuita a Jacopo da Bassano, un dipinto di 8 x 4 metri. Quest'ultima è certamente pre-1592 (anno della morte di Jacopo), ma entrambe dipendono dalle incisioni romane del 1579 [6].
In ogni caso, nonostante i punti di contatto, le due copie sono molto diverse: quella di Treviso si presenta come una ostensione con la Sindone sostenuta da tre Vescovi e con alcuni devoti in basso agli estremi della raffigurazione in atteggiamento di venerazione della Sindone

Quella messicana viene sostenuta da tre vescovi (anche in questo caso dunque si tratta di ostensione), ma soprattutto per la scritta che la qualifica come copia dell'Originale con tanto di data completa.

 

large product photo   1620 - LISBONA (Por), proprietà Josè Falcao

Non si conoscono documenti che parlano di questa copia che si presenta tuttavia interessante per la limpida scritta in italiano:
CAVATO DAL ORIGINALE IN TVRINO L'ANNO 1620

Risulta molto evidente sulle due impronte l'ampio perizoma [7].

large product photo   1620 - TORRES DE ALAMEDA (Spa), chiesa parrocchiale

Questa copia, delle tante conservate in Spagna, presenta misure leggermente superiori alle normali:
4,47 x 1,43 metri

Sul bordo inferiore è presente la lunga iscrizione in spagnolo:
ESTE ES EL VERDADERO RETRATO DEL SANTISSIMO SVDARIO SACADO DAL ORIGINAL EN TVRIN Y TOCADO A EL EN 3 DE MAYO 1620 ANOS

Può darsi anche che le due copie siano state realizzate quasi contemporaneamente, certamente non sono opera della stessa mano, a causa della presenza di molti particolari che le differenziano [8].

 

large product photo   1623 - LOGRONO (Spa), cattedrale santa Maria de la Redonda

La scritta in lingua spagnola riportata su questa copia, di misure superiori alle normali (4,60 x 1,58 metri), è simile alla precedente:
SACADO DEL ORIGINAL EN TVRIN EN 4 DE MAYO DEL 1623

La data è confermata autentica da documenti latini conservati nell'archivio della cattedrale. Ne è garante e testimone il vescovo di Vercelli e Grande Elemosiniere di Sua Altezza il duca di Savoia Carlo Emanuele I, Marco Antonio Vitia, il quale afferma che con le sue proprie mani ha fatto aderire la copia sulla Sindone. L'autentica porta la data del giorno seguente 5 maggio 1623 ed è controfirmata dal Vescovo di Savona. La presenza dei due presuli è prova che la Sindone fu esposta [9].

 

large product photo   1624 - Summit, NEW JERSEY (Usa), monastero Nostra Signora del Rosario - Suore Domenicane

La scritta di questa copia è uguale a quella di Lisbona - 1620. Cambia la data:
CAVATO DAL ORIGINALE IN TVRINO L'ANNO 1624

La copia molto bene conservata è stata descritta ampiamente in Shroud Spectrum International n. 30, settembre 1986, pp. 25-27, da Edward Insinger. Altre notizie si possono leggere in Collegamento pro Sindone, maggio-giugno 1991, pp. 11-12.

 

large product photo   1626 - ROMA (Ita), monastero Oblate Agostiniane

Questa copia si trova nel monastero delle Oblate Agostiniane di Santa Maria dei sette dolori in Roma, fondato verso il 1640 dalla Serva di Dio Camilla Virginia Savelli Farnese (1602-1668). Conservata molto gelosamente e privatamente, probabilmente è pervenuta tramite la pia principessa Suor Francesca di Savoia, figlia del duca Carlo Emanuele I (strettamente in amicizia con Suor Camilla [10]). La principessa amava conferzionare e distribuire copie della Sindone per diffondere la venerazione verso il sacro Telo.

La copia porta la data del 1626 e la seguente scritta in latino:
EXPRESSUM EX ORIGINALI TAVRINI ANNO 1626

 

large product photo   1634 - MONCALIERI (To - Ita), carmelo san Giuseppe

Quasi certamente, l'attuale sistemazione non era quella originaria. Il carmelo risale infatti al 1700, mentre la copia è datata 1634: dal che si deduce che la copia provenga dal primo monastero delle carmelitane voluto in Torino dalla duchessa Maria Cristina, costruito (ma ora non più esistente) nella località ove si trova l'attuale chiesa di santa Cristina.

La scritta in latino è quella abituale:
EXTRACTVM EX ORIGINALI TAVRINI ANNO 1634

Può vantare di essere stata a contatto con la Sindone durante le ostensioni del 1931 e del 1978, come già avvenne probabilmente dopo la sua realizzazione. Per il contatto del 1931, oltre alla documentazione scritta firmata dal canonico Michele Grasso, è stata ricamata in azzurro su un angolo della seta rossa che è cucita sul rovescio della copia la seguente scritta [11]:
Messa a contatto con la vera Sindone il 25 maggio 1931

 

large product photo   1640 - CASTILLO de GARCIMUNOZ (Spa), chiesa dell'Ospedale

La data di questa copia: 1640, con la solita scritta:
EXTRACTVM EX ORIGINALI TAVRINI ANNO 1640

ricorda l'assedio della città di Torino durante la guerra civile per la successione al trono tra Madama Cristina e i cognati principi Maurizio e Tommaso. Garante della autenticità della copia è il Vescovo di Cuenca Enrique Pimentel il quale in data 14 aprile 1642 sulla scorta di documenti a sua conoscenza nei quali si parla dell'Ill.mo Fausto Capacello, Arcivescovo di Santa Severina, Nunzio apostolico presso i Savoia e di altri testimoni che confermano che la copia è stata posta sull'Originale, dichiara che la copia può essere venerata dai fedeli ai quali viene concessa l'indulgenza di quaranta giorni [12].

 

large product photo   1643 - TORINO (Ita), proprietà della Contessa Alessandra Lovera di Maria

In questa copia, dopo la solita scritta
EXTRACTVM EX ORIGINALI TAVRINI ANNO 1643

è disegnato il caratteristico nodo dei Savoia. Secondo una ipotesi formulata dal Conte Angelo Lovera di Maria, padre dell'attuale (1997) proprietaria, la copia potrebbe essere pervenuta come omaggio dei principi Tommaso e Maurizio che si recavano a caccia nel palazzo di Antonio Solaro della Margarita alle dipendenze e in dimestichezza con i suddetti principi sabaudi. Questa copia di proprietà del Conte Carlo Lovera di Castiglione, come era descritta alla Mostra della Sindone del 1931 [13] alla sua morte è passata al Conte Angelo Lovera di Maria, ed ora appartiene alla figlia Contessa Alessandra Lovera di Maria [14].

 

large product photo   1516 - LIERRE, chiesa Saint Gommaire

 

[1] Cfr. "La copia della Sindone conservata a Lierre (Belgio)", in CPS, gennaio-febbraio 1993, pp. 6-27.
[2] Cfr. "Tre antiche copie della Sindone con la data conservate in Spagna", in CPS, gennaio-febbraio 1994, pp. 13-26. Le copie della Sindone esistenti in Spagna e Portogallo sono tratte dalla pubblicazione di don Domenico Leone: El Santo Sudario en España, Barcellona, 1959, p. 250.
[3] Cfr. D. Leone, El Santo Sudario, pp. 43-62.
[4] Cfr. D. Leone, El Santo Sudario, pp. 63-76.
[5] È stata fatta conoscere dall'Assistente ecclesiastico del Centro Messicano di Sindonologia, padre Faustino Cervantes, in un articolo apparso sulla rivista SINDON n° 5-6 dicembre 1993, pp. 27-34.
[6] Vd. "Le due incisioni romane del 1579", in CPS, settembre-ottobre 1988, pp. 30-43.
[7] Cfr. D. Leone, El Santo Sudario, pp. 182-183.
[8] Cfr. D. Leone, El Santo Sudario, pp. 89-92.
[9] Cfr. D. Leone, El Santo Sudario, pp. 93-101.
[10] Cfr. M. Bossi: La serva di Dio Camilla Virginia Savelli Farnese, Roma 1953, p. 47.
[11] Altre notizie si possono leggere il L. Fossati: Le copie della Sindone, Studi Cattolici, n. 260, ottobre 1982, pp. 602-604; CPS, 1991, novembre-dicembre, pp. 18-19.
[12] Cfr. D. Leone, El Santo Sudario, pp. 104-106; CPS, novembre-dicembre 1991, p. 21.
[13] Cfr. L'ostensione della Sindone 1931, Torino 1931, p. 65, n. 25.
[14] Cfr. Sindon, nuova serie, Quad. 5-6, dicembre 1993, p. 48.

 
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